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Con il termine distress psicologico ci si riferisce a sintomi aspecifici tra cui ansia, depressione, stress percepito e disturbi somatici non abbastanza gravosi da soddisfare i criteri per una diagnosi di malattia psichiatrica. In letteratura vi sono diversi studi che mostrano un’associazione tra la presenza di distress psicologico, nonché depressione e ansia clinicamente rilevanti, e lo sviluppo di demenza, ma i dati non sono univoci.

Dati ulteriori provengono da uno studio finlandese di grandi dimensioni (più di 67.000 persone), in cui i partecipanti - ogni 5 anni tra il 1972 e il 2007 -  rispondevano periodicamente a domande che avevano l’obbiettivo di valutare la presenza e la frequenza di sintomi auto-riferiti di distress psicologico sperimentati nel corso dell'ultimo mese, tra cui: stress, umore depresso, stanchezza e nervosismo. Il follow-up per questi soggetti è continuato fino al decesso, alla diagnosi di demenza o alla fine del 2017. Tra 67.688 partecipanti (età media di 45.4 anni), 7.935 hanno ricevuto una diagnosi di demenza in un follow-up medio di 25.4 anni.

I risultati di questo studio mostrano come il distress psicologico possa essere associato ad un aumento del 20% del rischio di sviluppare demenza, indipendentemente dall’effetto di altri importanti fattori di rischio per demenza, quali età, genere, scolarità, indice di massa corporea, fattori di rischio cardiovascolari, attività fisica. Nello specifico sembrerebbe che, riferire uno stato di stanchezza "spesso, durante l'ultimo mese", aumenti il rischio di sviluppare demenza del 17%; segnalare uno stato di nervosismo "spesso, nell'ultimo mese" incrementi il rischio del 21%; riferire stati depressivi "spesso, nell'ultimo mese" aumenti il rischio del 22%; e segnalare la presenza di stress "più di altre persone, nell'ultimo mese, incrementi il rischio di sviluppare demenza del 24%.

Questi risultati sono, dunque, in linea con precedenti studi longitudinali che riportano un’associazione tra molteplici sintomi di distress psicologico e un modesto aumento del rischio di demenza. Come riportato dal Prof. Barak, MD - professore associato di psichiatria presso l'Università di Otago a Dunedin, in Nuova Zelanda - in un commento sul lavoro “Per risolvere l'enigma che circonda l'associazione di depressione e ansia con il rischio di demenza, probabilmente dovremmo iniziare a ragionare in un’ottica bio-psico-sociale, ovvero esaminare i modelli che le persone utilizzano per percepire il proprio ambiente interno ed esterno per lunghi periodi di tempo e attraverso le fasi del ciclo di vita”.

 

Potete trovare l’articolo al seguente link:

https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2799578?resultClick=3

Ultimo aggiornamento : 12/01/2023