In assenza di trattamenti curativi, la prevenzione della demenza attraverso la riduzione dei fattori di rischio modificabili rappresenta oggi una priorità di salute pubblica. Tra questi, l’ipertensione è uno dei principali, anche se l’associazione diretta tra pressione arteriosa e rischio di demenza resta meno definita rispetto ad altri esiti cardiovascolari. In questo studio pubblicato su Nature Medicine, gli autori hanno valutato l’efficacia della riduzione della pressione arteriosa nel diminuire il rischio di demenza. Sono stati arruolati 33.995 individui di età pari o superiore a 40 anni, con valori di pressione arteriosa non ben controllati, residenti in aree rurali della Cina. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale ad un intervento intensivo di controllo della pressione arteriosa condotto da operatori sanitari o a continuare la cura abituale. Nel gruppo intervento, gli operatori hanno iniziato una terapia antipertensiva e ne hanno aumentato progressivamente il dosaggio per raggiungere valori pressori inferiori a 130/80 mmHg, sotto la supervisione di medici di medicina generale. Dopo 48 mesi, rispetto al gruppo di cura abituale, il gruppo intervento ha ottenuto una riduzione media della pressione sistolica di 22,0 mmHg e della pressione diastolica di 9,3 mmHg. Ma il principale risultato dello studio è una riduzione del 15% del rischio di sviluppare demenza per tutte le cause nel gruppo trattato (RR 0,85; IC 95% 0,76–0,95; p=0,0035).
Sebbene lo studio si riferisca a una popolazione esclusivamente cinese e rurale, limitandone quindi la generalizzazione ad altri contesti, i dati provengono da uno dei più grandi studi di popolazione mai pubblicati sull’argomento e confermano che il trattamento della pressione alta può ridurre il rischio di deterioramento cognitivo e demenza.
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